Contro l’individualismo e la solitudine And suddenly I’m not so alone – e improvvisamente non sono così solo – propone di coltivare le relazioni di una comunità, offre l’importante opportunità di animare diverse periferie confinanti dove lo spettacolo dal vivo ha difficoltà ad entrare come strumento aggregativo per mancanza di spazi e offerta culturale.
L’Officina delle Culture aps in collaborazione con l’associazione Rosa Shocking, Pindoc e ItaliAllegra tra Spinaceto, Tor de’ Cenci, Vitinia, Castel di Leva, Laurentino e Valco San Paolo anima questo grande territorio periferico di musica e danza fino al 21 dicembre. Il progetto è realizzato con il sostegno del Ministero della Cultura – Direzione generale Spettacolo ed è vincitore dell’Avviso Pubblico Lo spettacolo dal vivo fuori dal Centro – Anno 2022 promosso da Roma Capitale – Dipartimento Attività Culturali.
Dal 25 al 27 novembre allo Spazio Rossellini proposti 2 concerti e 2 spettacoli di danza contemporanea.
Venerdì 25 novembre, ore 21.00 nella giornata dedicata all’eliminazione della violenza contro le donne, sul palco del Rossellini per Donne in jazz sarà una serata dedicata interamente alle più belle canzoni d’amore di jazz americano e italiano cantate da donne per le donne. Brani come Sophisticated Lady, The man I love, Love, Summertime, The Girl from Ipanema, 4 Marzo e molte altre. Ci saranno letture di donne per le donne, testimonianza di violenza subita e dalla quale ci si è rialzati, le canzoni di lotta per la pace di Miriam Makeba e le poesia di Wislawa Szimborska lette da Sabrina Knaflitz. Le musiciste rispondono in musica alla voglia di pace e di musica di qualità e non violenta.
Partecipano Nicky Nicolai, Tasha Rodrigues, Lucia Filaci, Elisabetta Serio, Fabiana Rosciglione, Giulia Salsone, Andrea Rea, Daniele Sorrentino, Luigi Del Prete e con la partecipazione straordinaria di Stefano Di Battista.
Sabato 26 novembre, ore 22.oo Rome in calling riunisce in un nuovo progetto elettronico, Martux_m produttore e performer elettronico, Dj Baro produttore, disc jockey, beatmaker, e P41 producer e performer elettronico, tre riferimenti del movimento underground capitolino. I tre artisti daranno vita ad una serata molteplice e policroma del linguaggio musicale elettronico. Una ripartenza dell’intrattenimento sociale che sceglie un linguaggio musicale universale che vada oltre le superficiali distinzioni di genere.
La matrice contemporanea attraversa il funk, la computer music e i ritmi serrati ed ipnotici della techno nordeuropea trovando un minimo comune denominatore nel beat o nel bit come unità in grado di esprimere un ritmo o un’informazione digitalizzata.
Rome is calling attraverso le performance di questi tre artisti rappresentativi della scena romana, offre con i loro differenti stili, un messaggio musicale articolato del sound elettrocapitolino, che si apre verso “grafie” elettroniche, dove immagini e suoni delineano un quadro completo dello stato attuale dell’arte elettronica internazionale.
I tre artisti attraverso le loro performance commissionate appositamente per la serata di Rome is Calling, garantiranno un programma di ascolto esclusivo, al quale non si può mancare, o meglio dire: al quale non si può non rispondere.
Domenica 27 novembre in programma due spettacoli di danza contemporanea: “Broke the ice and saw the eclipse”, di Giovanna Velardi ore 18.00 e Canto Pop di e con Fabio Ciccalè.
BROKE THE ICE AND SAW THE ECLIPSE
𝗰𝗼𝗻𝗰𝗲𝗽𝘁 G𝗶𝗼𝘃𝗮𝗻𝗻𝗮 V𝗲𝗹𝗮𝗿𝗱𝗶
coreografia Giovanna Velardi
interpreti Giovanna Velardi e Federico Brugnone costumi Dora Argento
coordinamento progetto drammaturgia Roberta Nicolai consulenza registica Luciano Colavero
consulenza drammaturgica Andrea Milano, Matteo Finamore organizzazione Danila Blasi
comunicazione Benedetta Boggio una produzione PinDoc
con il sostegno di MiC e Regione Siciliana
con la collaborazione di Triangolo Scaleno/Festival Teatri di Vetro, Rosa Shocking/Festival Tendance, Armunia/Festival Inequilibrio, Spazio Franco
Matteo Finamore e Andrea Milano sono stati selezionati per il presente progetto tra i partecipanti a “Esercizi di Regia 2019”.
si ringrazia La Vicaria, casa della compagnia Sud Costa Occidentale
Un lui e una lei. Una lotta. Inizio o fine di una crisi? Turbolenza di un inizio d’amore o ultimi colpi di una fine? La luna accompagna l’attesa di lei, lui spolvera la memoria, ripensando in maniera ossessiva a che cosa ha portato alla crisi. Ragliante lei, eclissato lui, che insiste nella sua mascherata. Si fa buio spesso, è crisi. L’incontro tra un uomo e una donna, che come due corpi celesti gravitano l’uno nell’orbita dell’altro, fino a scontrarsi per generare la più grande esplosione di luce, l’apocalisse. Il racconto di un cambio di stato, di come l’incontro può trasformarsi in scontro, di come il ghiaccio può diventare acqua o vapore e tornare ghiaccio. Rompere il ghiaccio, far sì che mai più si ricomponga non è una cosa semplice da realizzare. Come cambiare il punto di vista? Come arrivare a un vis-à-vis senza occhiali?
CANTO POP
di e con Fabio Ciccalè
luci Danila Blasi
consulenza musicale e montaggio Dixie Ramone, Wolfman Bob una produzione PinDoc
con il contributo di MiC e Regione Siciliana con il sostegno di San Lo’- Roma
grazie a Roberta Nicolai
tappeto sonoro per solo danzato
Quale canzone ha segnato la tua infanzia? Quale canzone ha segnato la tua adolescenza? Quale canzone associ al tuo primo amore?
Quale canzone consideri un capolavoro assoluto? Quale canzone non vorresti mai riascoltare?
Quale canzone canti spesso sotto la doccia?
Canto Pop parte da queste semplici domande per arrivare ad una composizione uditiva e visiva che si colloca tra teatrodanza e avanspettacolo. La pièce è costruita su un tappeto sonoro di musiche e parole che hanno segnato la storia della canzone sul quale il protagonista propone un carosello di danze ironiche, grottesche, sensuali, romantiche, didascaliche, accomunate dalla voglia di provocare stupore e epifania.
Il progetto abita la periferia da Spinaceto (Casa9) a Vitinia (Vitinia Sporting Club), da Tor de’ Cenci (Centro Anziani Aldo Serafinelli) a Castel di Leva (La Nuova Arca), dal Laurentino (Atlantico Live e Biblioteca Laurentina) e Valco San Paolo (Spazio Rossellini).
SPAZIO ROSSELLINI
Via della vasca Navale, 58
Biglietti jazz ed elettronica 15,00 €
Danza contemporanea 10,00 € a spettacolo, 15,00 per entrambi
Dall’11 al 18 settembre nell’Arena della Biblioteca Laurentina l’associazione Officina delle Culture presenta la quarta edizione di Officina Estate, programma di musica, teatro, danza e arte realizzato in collaborazione con Biblioteca Laurentina, e la Consulta della Cultura del Municipio Roma IX. Il progetto, promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, è vincitore dell’Avviso Pubblico “Estate Romana 2022 – Riaccendiamo la Città, Insieme” curato dal Dipartimento Attività Culturali ed è realizzato in collaborazione con SIAE.
L’Officina delle Culture, associazione di promozione sociale che contro l’indifferenza e i facili odi propone l’incontro e l’approfondimento, torna a proporre Officina Estate, festival di teatro, musica, danza, mostre, laboratori e performance presentata a Spinaceto per le prime annualità.
Quest’anno il festival si trasferisce alla Biblioteca Laurentina e si inaugura domenica 11 settembre con una giornata dedicata al commercio equosolidale che già nel titolo ci ricorda che In un mondo che cambia il commercio equo resta una risposta, la performance Pandemic Violence di Monica Pirone dedicata a tutte le donne che vorranno condividere una pagina del loro diario scritta durante il lockdown e una festa di ritmi e suoni africani con i Tam Tam Morola e la danza acrobatica del Grupo Kulumba da Madrid.
La musica in programma ci porterà in diversi mondi, partendo dal territorio sotto il raccordo anulare fino alla Persia. Sono in programma i concerti degli Undergra (lunedì 11 settembre), di Martux_M e Kaleidoscope che in Ubuntronix celebrano l’incontro tra l’elettronica e la musica africana dei Kaleidoscope: in questa serata si propone la celebrazione dell’incontro e del rispetto reciproco. la parola ubuntu vuol dire in lingua bantu “Io sono perché noi siamo” ed in questo spericolato incontro tra elettronica e ritmi africani, tra estetica ed etica del rispetto reciproco, tra memoria e futuro. la musica africana incontra l’elettronica dando vita a UbuntroniX (16 settembre). Infine la Balkan Lab Orchestra di Federico Pascucci (17 settembre) e del gruppo Barbad formato dai fratelli iraniani Mohsenipour (18 settembre).
Il teatro in programma è quello di Teatro Prisma che ci racconta de La cittadina vaticana Emanuela Orlandi spettacolo mai presentato a Roma, scritto e diretto da Giovanni Gentile ed interpretato da Barbara Grilli (13 settembre). Il teatro sarà protagonista anche con il maestro Marcello Sambati, regista e poeta nonché attore che qui si dedica proprio al corpo del performer ne l’Atlante dell’attore immaginario, dove si celebra il moto vitale come tempesta che travolge, partecipando al corpo ciclonico della terra. (14 settembre). E come nelle passate edizioni anche in questa Officina Estate non poteva mancare un Red Reading di Tamara Bartolini e Michele Baronio che presentano qui RedReading #6 Come fratelli e sorelle_vite profughe, esistenze partigiane dai libri: “Timira_romanzo meticcio” di Wu Ming 2 e Antar Mohamed (ed.Einaudi) e “Razza partigiana” di Lorenzo Teodonio e Carlo Costa (ed.Iacobelli).
Officina Estate ospita il debutto dello spettacolo Lettere per la notte di San Lorenzo scritto e diretto da Gianluca Riggi su Pier Paolo Pasolini con lo stesso Riggi e i danzatori Riccardo Cananiello e Mattia Carlucci.
In programma anche laboratori di Hip Hop con Sonny Olumati e Jean Hilaire Juru, divisi per fasce d’età, i laboratori di percussioni e danza africana condotti dai Tam Tam Morola, la mostra proposta da Fotografi Senza Frontiere, il laboratorio di Lab Sound Designer proposto dal centro sociale Auro e Marco e l’azione collettiva Mater Naturae condotta da Monica Pirone.
Dall’11 al 18 settembre
Biblioteca Laurentina | Piazza Elsa Morante
INGRESSO LIBERO
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI info@officinadelleculture.org
a cura di Gabriella d’Amico, rappresentanti di Botteghe del Mondo e testimoni di diverse botteghe.
Per inaugurare Officina Estate 2022 proponiamo un aperitivo biologico ed equosolidale accompagnato dalla narrazione dei protagonisti dei progetti di commercio equosolidale: la storia di resistenza dei piccoli produttori del Chiapas, che uniscono i due continenti da oltre 20 anni e vedono crescere le comunità, grazie al prefinanziamento del caffè equosolidale Tatawelo.
La storia di Antonia che dalla Bolivia lotta con una comunità di donne per realizzare quella che diventerà una cooperativa di maglieria in alpaca, che oggi vendiamo nelle botteghe del commercio equo di tutta Italia. Tra testimonianze e video si presentano storie di valori, di resistenza e di pace tra i popoli e la natura. E’ proprio grazie al prezioso lavoro delle botteghe del mondo sui territori possiamo scegliere questi prodotti equo solidali e contribuire al cambiamento dell’economia.
La performance si propone di ritagliare all’interno delle giornate organizzate con eventi culturali e con diversi appuntamenti di differente espressione artistica, un momento di stacco che richiede la partecipazione dei cittadini e delle cittadine, l’invito a portare una pagina di diario riferita al periodo del lockdown e dei mesi a seguire. La pagina di diario potrà essere realizzata anche appositamente per l’evento, purché sia frutto di pensieri e riflessioni che solitamente vengono custoditi nelle pagine di diario privato. Un momento di verità che è particolarmente indirizzato alle donne che in molti casi stanno pagando il conto più alto di questa crisi e alle quali ancora una volta è richiesto lo sforzo maggiore per uscire da questo momento, sia all’interno del nucleo famigliare che in maniera più estesa nel campo lavorativo e nella società in genere. Sarà data lettura di un diario appositamente scritto con azioni performative che sottolineino i momenti più emotivi di queste pagine.
Un rituale collettivo importante, dopo la profonda crisi e le naturali ansie che anche questi tempi di guerra contribuiscono ad acuire, creando al momento, gravi incertezze in noi tutte.
“Sullo sfondo di un grande dramma collettivo che è l’inizio, ovvero la fase uno della Pandemia da Coronavirus ed il conseguente Lockdown, si consuma un dramma ben più radicato ed antico che è la violenza nella sua espressione estrema ed irrecuperabile, nell’ambito famigliare. Tale azione riesce addirittura a mettere sullo sfondo del racconto le conseguenze del Covid 19…”
Leggeremo insieme un diario di una donna qualunque che ha avuto la sfortuna di trascorrere quel periodo con un uomo “sbagliato” e che proprio nell’isolamento ha dato il peggio che un essere umano possa dare. Abbiamo però bisogno della testimonianza di tante donne, qualunque essa sia.
Scrivendo alla mail info@officinadelleculture.org si può inviare una pagina che ogni donna potrà leggere in prima persona, o inviare da uno a tre scatti indicativi di come si è trascorso questo periodo.
L’artista Monica Pirone leggerà il diario Pandemic Violence- Diario di una Pandemia con la cura di Michela Becchis e tutte insieme racconteremo attraverso una pagina di un qualsiasi giorno, un pezzo della nostra vita.
DATA e ORARIO LUOGO/INDIRIZZO/MUNICIPIO ARENA BIBLIOTECA LAURENTINA
Una festa di danza e musica africana nata dall’incontro tra artisti di origine senegalese della compagnia di danza di Madrid Grupo Kulumba capitanato da Alboury Dabo e dei romani Tam Tam Morola di Moustapha Mbengue. Ne nasce una festa carica di incanto e meraviglia, dove la danza tradizionale e acrobatica offre all’uomo la grande riconciliazione di testa e corpo, di pensiero e istinto, attraverso la liberazione del gesto e l’abbandono al ritmo potente e costante dei tamburi dei Tam Tam Morola. Le danze tradizionali delle cerimonie africane saranno presentate anche negli abiti tradizionali che ci porteranno a rivivere una vera festa africana, dove pubblico di ogni età verrà travolto da una irrefrenabile energia gioiosa.
WORSHOP DI DANZA HIP HOP per ragazzi dagli 11 ai 15 anni, CON Juru nato a Roma da genitori rwandesi è coreografo, danzatore e videomaker.
WORSHOP DI DANZA HIP HOP per ragazzi dai 16 anni CON SONNY OLUMATI, nato a Roma da genitori nigeriani. Sonny è coreografo, danzatore, insegnante, autore e attivista per le seconde generazioni ed il diritto di cittadinanza.
Undergra (Ernesto De Angelis al contrabasso, Francesco Zanotti alla chitarra, Giacomo Tacconi al flauto traverso, Corrado Antonucci alla batteria e la voce di Lorenzo Marchetti). Il gruppo nato nel nono Municipio sotto il Raccordo Anulare, come spiega il nome, torna alla Biblioteca Laurentina, dopo aver suonato per la sua inaugurazione nel 2018.
Il caso Orlandi è il più grande caso di depistaggio nella storia d’Italia. Emanuela, che è cittadina vaticana in quanto abita nelle mura dello Stato papale e il padre è un impiegato della Santa Sede, viene rapita il 22 giugno del 1983 mentre Papa Giovanni Paolo II è in Polonia per quello che verrà ricordato come il viaggio che frantumò l’Unione Sovietica. Perché la mattina del 23 giugno il Segretario di Stato Vaticano sente il bisogno di “disturbare” Woytila in Polonia per avvisarlo della scomparsa di una ragazzina che può benissimo essere rimasta a dormire fuori con un ragazzo?
Perché è lo stesso Woytila il primo a parlare, durante l’Angelus del 3 Luglio, di rapimento e non di semplice scomparsa?
Perché si crea ad arte la “pista internazionale” depistando fino al 1997 tutta l’indagine? Perché la polizia e i servizi segreti non indagano sulle testimonianze degli amici di Emanuela interrogati i primi giorni dalla scomparsa?
Perché il Vaticano prima ammette che esiste un “dossier Orlandi” poi smentisce categoricamente di possedere carte relative alle indagini?
E poi le tre archiviazioni, la Banda della Magliana, i servizi segreti, la basilica di Sant’Apollinare, la pedofilia, lo IOR.
Perché, perché, perché…
Ma alla fine l’unica domanda che conta rimane una sola: dov’è Emanuela?
Laboratorio che propone storia e cultura del sound system. Nozioni base di fonia e autocostruzione casse acustiche. Workshop di montaggio, taratura impianto, allestimento consolle e dance hall finale.
L’Atlante dell’attore immaginario è una mappatura del “moto vitale che pervade tutti i viventi, ognuno dei quali è in se stesso integralmente vita, poiché le tre potenze vitali di Aristotele – vegetativa, sensitiva e intellettiva – sono in realtà una sola potenza”. L’attore immaginario, come un Io che li riassume tutti, con la sua ricerca ardente di pratiche organiche, acustiche dell’anima e del corpo moltitudine, si fa parola figura e natura. Io come cosa vivente, come desiderio e come mancanza, che piange di compassione, misericordia, pietà. Legge i segni, ascolta le premonizioni, scioglie e riannoda fili, recita la sua forma, parla e grida, con la testa e il cuore pieni di mondo. Tutto si tiene in un’unica vita, nella stagione di una vita. Vivere è tempesta che travolge, partecipazione al corpo ciclonico della terra
La filosofia di FSF-onlus si fonda su un’antropologia culturale pragmatica e poggia sulla convinzione che la pratica della fotografia possa rendere la comunicazione più libera e fruibile a coloro che fino ad oggi l’hanno solamente subita. Per far si che in un prossimo futuro essi possano trasformarsi da oggetti a soggetti attivi della comunicazione. Potendo raccontare dal di dentro le proprie storie. Potendo ritrovare la propria identità.
Prevediamo una mostra fotografica realizzata dagli allievi dei corsi di Fotografi Senza Frontiere in collaborazione con Officina delle Culture.
di Gianluca Riggi, con Gianluca Riggi, Riccardo Cananiello, Mattia Carlucci
Lettera per la notte di San Lorenzo è uno spettacolo che ripercorre la storia d’Italia dal 1922 anno della nascita di Pier Paolo Pasolini, ma anche anno della Marcia su Roma, fino al 1992 anno della pubblicazione del suo romanzo/inchiesta postumo “Petrolio”. Un viaggio di narrazione, immagini, e corpi attraverso la figura del grande intellettuale che è anche un viaggio nelle “cose italiane”, la lunga marcia nera mai interrotta, la strategia della tensione. Il tutto raccontato con sguardo ironico e con l’accompagnamento di due attori danzatori.
UbuntroniX assorbe il termine africano Ubuntu che esplicita che l’umanità di ciascuno non è semplicemente intrinseca, ma è una qualità che proviene dalla relazione con l’altro. In questa serata si propone la celebrazione dell’incontro e del rispetto reciproco. “Io sono perché noi siamo” vuol dire la parola in lingua bantu ed in questo spericolato incontro tra elettronica e ritmi africani, tra estetica ed etica del rispetto reciproco, memoria e futuro la musica africana incontra l’elettronica dando vita a UbuntroniX.
Martux_M pioniere dell’elettronica sempre in ascolto delle trasformazioni contemporanee, che nei diversi progetti ha collabora con musicisti come Markus Stockhausen, Danilo Rea, Arto Lindsay, Eivind Aarset, Nils Petter Molvaer, Jon Hassel e Ramin Bahrami, invitato nei maggiori festival internazionali come Sonar (ES), Mutek (CND), RomaEuropa (IT), Dissonanze (IT), Villette-Numerique (FR), e al Lincoln Center di New York qui dialoga con i Kaleidoscope.
L’io non è un soggetto rigido, non è un individuo, cioè un nucleo non divisibile, non modificabile, ma è un dividuo relazionale (definizione dell’antropologa Marilyn Strathern). L’io è ciò che è grazie alla relazione con l’altro, che sia un altro essere umano, un essere vivente animale o vegetale, o anche un essere inanimato. Questo modo di guardare il mondo in cui ognuno deve rendersi conto di non essere individuo singolo, ma di essere un tutt’uno con il kosmos, molto somiglia al viaggio musicale proposto da Martux_M e i Kaleidoscope. L’Ubuntu significa dunque vedere il noi prima dell’io, ma non nel senso occidentale di dare il primato alla comunità e tralasciare l’io, anzi.
Sabato 17 settembre, ore 21.00
MATER NATURAE
Di Monica Pirone
A cura di Michela Becchis
In quanti libri abbiamo letto di un tesoro nascosto all’ombra di un albero in un giardino e in quanti film abbiamo visto la/il protagonista nascondere in una scatola una lettera una foto o un oggetto prezioso per custodire un segreto, un ricordo, o un valore da potere lasciare ai posteri o per lasciare che la natura stessa diventi una cassaforte che possa proteggere, difendere qualcosa che si vuole preservare?
Il legame forte che c’è tra le donne e la natura, entrambe capaci di creare, generare vita, rinnovare, è un legame che ci rimanda alle nostre origini, che ha un significato profondo, viscerale, archetipale e che segna la nostra vita fin dalla nascita.
Tale legame può essere per noi un conforto, in alcuni momenti della vita può essere un patto che ci può aiutare a superare il momento ed a gettare il nostro cuore oltre l’ostacolo.
La performance MATER NATURAE di Monica Pirone ha la finalità di creare un momento rituale in cui si richiede, a chi vorrà partecipare, di consegnare alla natura un segreto, un pensiero, un ricordo, un affetto, un sentimento che riteniamo essere davvero prezioso, fino al punto di dovere renderlo tangibile per poterlo consegnare alla natura che se ne faccia custode muta ed affidabile. Rendere ciò concreto, tangibile, attraverso una fotografia, un oggetto, un feticcio, contenuto in una scatola che sarà fornita dall’artista che creerà il contenitore e che accoglierà, per poterlo mettere in sicurezza, questo oggetto che le partecipanti stesse possono sotterrare in una cassapanca con della terra che diverrà lo scrigno e che potrà prendersi cura del loro segreto, creando un patto tra chi parteciperà e la natura stessa. E’ possibile partecipare da protagoniste scrivendo una mail a info@officinadelleculture.org e comunicare con quale oggetto si vuole partecipare e cosa rappresenta. E’ possibile anche fotografare e stampare una fotocopia che rappresenta l’oggetto stesso, la performance ha un valore simbolico e sarà lo stesso per il senso stesso dell’azione.
Da settembre 2019 è nato a Roma un progetto didattico-pratico dedicato alle tradizioni musicali dei Balcani e dell’Asia Minore guidati dal sassofonista e compositore Federico Pascucci. Crocevia di popoli e culture, nei Balcani risiede infatti una tradizione musicale estremamente ricca e variegata, in Italia quasi del tutto ignorata.
Con il progetto Roma Balkan Lab Orchestra si offre un’occasione a tutti coloro che vogliono entrare in contatto e fare esperienza diretta con queste musiche attraverso laboratori collettivi in cui la pratica e la trasmissione orale sono i primi due ingredienti.
I laboratori sono finalizzati a fornire ai partecipanti gli strumenti necessari per viaggiare autonomamente nel mondo musicale del vicino Est e acquisire le competenze per diventare componenti di un ensemble ispirato alle formazioni tradizionali est europee, dalle fanfare “trubaci” alle orchestre “lautari”, fino ai gruppi dei “panigiri”, le interminabili notti di musica nell’estate delle isole dell’Egeo.
I gruppi lavorano alla costruzione di un repertorio collettivo di musiche tradizionali provenienti dai Balcani, Romania, Turchia, Grecia, Asia Minore e Medio Oriente.
Il progetto musicale Barbad nasce da un’idea di Reza, Hamid e Navid Mohsenipour. I tre fratelli hanno avuto un’importante e intensa attività musicale in Iran, suonando anche nell’Orchestra Sinfonica di Teheran e nell’Orchestra della Televisione Iraniana.
Laureati dapprima al Conservatorio di Teheran, hanno successivamente conseguito una seconda laurea al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma e all’Università La Sapienza di Roma, città dove attualmente risiedono.
Il nome del gruppo deriva da Barbad, musicista persiano di epoca sasanide, vissuto durante il regno di Cosroe II, dal 590 al 628 d.C.
Il progetto Barbad ha partecipato a importanti festival musicali in Europa e nel mondo, tra i quali, ad esempio, il “Festival Delta Jazz” in Russia.
Nella cooperazione tra musicisti di varia formazione e di diverse nazionalità ha portato a uno stile che fonde le tradizioni orientali con quelle occidentali, che supera le distanze culturali e definisce una personalità artistica unica. Tutto questo, ovviamente, va sempre di pari passo con l’esecuzione del repertorio tradizionale persiano.
Un lavoro di ricerca innovativo e appassionante, da proporre in tutti i paesi del
mondo a un pubblico raffinato, sensibile all’arte e alla creatività.
RedReading #6 COME FRATELLI E SORELLE_vite profughe, esistenze partigiane
Di e con Tamara Bartolini e Michele Baronio
dai libri: “Timira_romanzo meticcio” di Wu Ming 2 e Antar Mohamed (ed.Einaudi) e “Razza partigiana” di Lorenzo Teodonio e Carlo Costa (ed.Iacobelli)
“Le storie sono di tutti – nascono da una comunità e alla comunità ritornano – anche quando hanno la forma di un’autobiografia e sembrano appartenere a una persona sola, perché sono le sue memorie, la sua vita com’è il caso di questo romanzo meticcio.” Un omaggio. una performance collettiva che si nutre di parole, suoni, racconti, ricordi e immagini. Una festa per ricordarci da dove veniamo e chi siamo, per dare voce ad una storia che ci appartiene. Apriamo un album di famiglia, troviamo foto che parlano di un fratello e una sorella in cui specchiarci, perderci e ritrovarci. Sfogliando i ricordi di Isabella e Giorgio Marincola, sbirciando dentro quelle vecchie foto ingiallite di “bambini italiani dalla pelle scura”, ritroviamo anche le nostre foto, ci guardiamo e ci riconosciamo, come fossimo fratelli e sorelle sul filo di una frontiera sbarcati per cantare una memoria oltre i confini. “Siamo tutti profughi, senza fissa dimora nell’intrico del mondo. Respinti alla frontiera da un esercito di parole, cerchiamo una storia dove avere rifugio.”
ispirato al testo Euridice non può tornare. poema coreografico della dimenticanza di Marcello Sambati
voce e testo Marcello Sambati
sonorità Claudio Moneta, Marcello Sambati
danza Alessandra Cristiani
“ .: non svegliarmi, ti prego,
non svegliarmi “
L’Officina delle Culture, che ha risposto ad un bando pubblico del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, propone qui nei meravigliosi giardini “Euridice non può tornare” ispirato al testo Euridice non può tornare. poema coreografico della dimenticanza di Marcello Sambati. Voce e testo Marcello Sambati, sonorità Claudio Moneta e Marcello Sambati, danza Alessandra Cristiani.
Questa figura mitologica ci incanta, ci sospende, ci incatena alla voce secolare che la vuole donna non più raggiungibile, bene supremo di cui si perde il contatto e la vista, nell’oscurità di ogni luogo e di ogni tempo, reali e immaginari. Ci trattiene sulla soglia, sulla percezione minima, sottile di quell’unico passo irriducibile e definitivo…. in uno stordimento che solo l’esperienza fisica del limite o lo struggimento per una sensazione possono provocare nell’animo umano. Nel linguaggio acre e intimo delle grandi leggende si ritorna alle radici vive dei bisogni e misteri primari. La poesia con i suoi versi è l’unica arma in grado di rendere docile una materia così tagliente, di avvicinarsi dolcemente alle fragilità umane e divine.
“qualcuno,
nessuno, è stato qui
ricordo,
sorgente.”
“Al di qua della soglia che lo sguardo non può oltrepassare, col cuore nell’ombra, il poeta ascolta l’inudibile. La sua parola dice la vanità di ciò che chiamiamo Essere, la cui natura è effimera come un soffio di vento. Egli è consapevole che la parola poetica non può salvare nulla, ma il suo fallimento darà conto dell’impossibilità del ritorno. Dalle regioni dello smarrimento, dall’abisso, Euridice non può tornare. È la vita che non può tornare.
La figura di Euridice ha ispirato questi frammenti sulla fragilità del corpo umano (il minuto efragile corpo umano, Benjamin): il suo essere tutto e poi niente, una vita e una morte, presenza e poi per sempre assenza. Queste parole rarefatte costituiscono le tracce che richiamano dalla dimenticanza e dall’oblio affetti, gesti ed eventi di una figura femminile scomparsa. La danza e il teatro sono gli spazi dell’anima che rendono possibile non il ritorno di ciò che non esiste più, ma l’apparizione del sembiante e il ricordo di tutte le perdite, di tutte le assenze.”
“un’ala
Senza mistero”
L’Officina delle Culture APS associazione che promuove la diffusione delle arti come insieme di culture in movimento, in confronto, in continuo scambio e reciproco arricchimento, che vuole valorizzare la migrazione di idee, valori, esperienze e sostenere una nuova solidarietà tra gli esseri umani, inaugura con questo evento un settembre ricco di iniziative in cui presenterà la rassegna Officina estate al Centro Culturale Elsa Morante dall’11 e l’Errichetta Festival al Monk dal 30 fino al 2 ottobre.
Venerdì 15, 22 e 29 luglio alle 15.30 un musicista e un narratore racconteranno di Africa, India e Sud America a bambini dai 6 ai 13 anni. Per il progetto PerformAzione Sociale finanziato dal bando Comunità Solidali 2020 della Regione Lazio l’Officina delle Culture in collaborazione con Martelive presenta tre appuntamenti di Favole dal Mondo ad ingresso libero nei meravigliosi spazi de La Nuova Arca in via Castel di Leva. Favole raccontate con strumenti musicali tradizionali da cantastorie di eccezione per portarvi in giro per il mondo. Lingue, musiche e magie di tante culture diverse. Si viaggerà con la fantasia e con gli occhi. Favole, strumenti musicali e paesi lontani per accompagnarci in un variopinto viaggio e per insegnarci a rimanere incantati dalla bellezza delle culture che si guardano e che si scoprono a vicenda, per facilitare dalla conoscenza il rispetto reciproco.
15 luglio, ore 15.30 In Africa con Moustapha Mbengue
22 luglio, ore 15.30 in Sud America con Gloria Mendiola
29 luglio, ore 15.30 in India con Rashmi Bhatt
presso La Nuova Arca – via Castel di Leva, 416
Una merenda biologica sarà offerta ai bambini partecipanti.
Officina delle culture in collaborazione con Associazione Lesconfinate e Casa Internazionale delle Donne in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne presenta la terza edizione della Rassegna Cinematografica Operazione Peace Dreaming a cura di Parisa Nazari e Azade Bizarghiti.
Quest’anno l’obbiettivo della rassegna è creare momenti di riflessione sulla condizione femminile in Iran e in Afghanistan attraverso documentari che trattano la vita di alcune donne che, in diversi contesti, hanno lottato per raggiungere i propri obiettivi nonostante i pregiudizi e le condizioni discriminatorie delle donne in Iran.
Oltre alla proiezione di 9 documentari, la rassegna prevede dibattiti, interviste, testimonianze e messaggi video di donne iraniane, afghane e italiane.
Venerdì 3 dicembre alle ore 20.00 la condizione delle donne in Afghanistan sarà l’argomento di conversazione con Soraya Malek di Afghanistan, Huma Saeed e Parisa Nazari.
Giovedì 9 dicembre alle 17.00 invece Leila Karami intervisterà Azadeh Bizarghiti sulla condizione delle donne attiviste e cineaste in Iran.
Venerdì 3 DICEMBRE
Ore 16.00 – Proiezione documentario
Touran Khanom di Rakhshan Banietemad & Mojtaba Mirtahmasb
Ore 17.30 – Proiezione documentario
Zinat One Special Day di Ebrahim Mokhtari
Ore 18.30 – Proiezione documentario
Fading portraits di Ali Shilandari
Ore 19.45 – Messaggi video delle scrittrici e attiviste afgane e iraniane
Ore 20.00 – Dibattito sulla condizione di donne in Afghanistan con Soraya Malek, Huma Saed
Ore 19.55 – Messaggio video di Rakhshan Banietemad
Ore 20.00 – Proiezione documentario
All my Trees di Rakhshan Banietemad
L’evento organizzato da:
Officina delle Culture & Lesconfinate
in collaborazione con:
Casa Internazionale delle Donne, Festival Cinema d’idea, Middle East Now Festival, Associazione Alefba, Rivista Culturale Bukhara, Women’s Film Caravan 40 Braids, Armanshahr Open Asia, Everyday Golshahr project, Taberna Persiana
INGRESSO A SOTTOSCRIZIONE LIBERA
CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE (sala Carla Lonzi)
Officina delle culture in collaborazione con Associazione Lesconfinate e Casa Internazionale delle Donne in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne presenta la terza edizione della Rassegna Cinematografica Operazione Peace Dreaming a cura di Parisa Nazari e Azade Bizarghiti. Quest’anno la Rassegna dedica la giornata inaugurale alle sorelle afgane condividendo il sogno di un mondo senza violenza.
Venerdì 26 novembre la giornata inizia alle 16.30 in Sala Carla Lonzi con un concerto, omaggio musicale all’Afganistan di: Rashmi Bhatt insieme a Reza e Hamid Mohsenipour.
La rassegna inizia alle 17.30 con la proiezione del documentario: Where Do I Belong? della documentarista iraniana Mahvash Sheikholesalmi preceduta da un breve messaggio video della regista. (lingua originale con sottotitoli in inglese)
Alle 18.30, Helia Hamedani, storica dell’arte contemporanea, presenta il progetto fotografico “messaggio di Pace delle donne per le donne” di Reza Heidari Shahbidak, fotografo e artista afgano residente in Iran e fondatore della comunità Everyday Golshahr.
Alle 19.00 la proiezione del secondo documentario : Afganistan: Unveiling a never-ending tale della giovane documentarista afgana Diana Saqeb Jamal ci condurrà nella società civile di un Paese con un profondo sguardo verso un futuro di benessere e prosperità. La regista interverrà con un breve messaggio video (documentario sottotitolato in italiano).
La prima giornata della rassegna verrà conclusa con un dibattito moderato da Parisa Nazari con Gaja Pellegrini-Bettoli e Giuliano Battiston due giornalisti freelance, entrambi appena rientrati dall’Afganistan e Mara Matta, docente associato della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università La Sapienza e la presidente del corso universitario Global Humanities che presto accoglierà un centinaio di studenti afgani.
Il dibattito verrà arricchito dalle testimonianze di Mariam Barak, giornalista e ricercatrice e Sabera Chighbaf cineasta, due giovani afgane arrivate a Roma dopo la conquista dei talebani e dai messaggi video di scrittrici e giornaliste iraniane e afgane.
Venerdì 3 e giovedì 9 dicembre la rassegna proseguirà con due giornate dedicate alla lotta delle donne iraniane con la proiezione di alcuni documentari che trattano la vita di donne che sono riuscite a ottenere grandi obbiettivi nonostante le profonde discriminazioni e le grandi difficoltà da affrontare.
Spinaceto il grande quartiere periferico a sud-ovest della città di Roma, situato ad appena un chilometro oltre il Grande Raccordo Anulare, tra la Via Pontina e via di Mezzocamino, ha compiuto i suoi primi 50 anni.
Per festeggiare, l’Officina delle Culture APS, associazione vincitrice del bando pubblico promosso dal Municipio Roma IX in collaborazione con ItaliAllegra APS e la Consulta della Cultura del IX Municipio propone #Spinaceto50 una festa di suoni, racconti e immagini.
Sarà diffusa nel quartiere una mostra fotografica di scatti degli anni 70 e foto di oggi elaborate dal collettivo Raccontare Spinaceto, nato dai laboratori tenuti da Fabio Moscatelli. Nell’anfiteatro della Piazzetta Rossa adiacente largo Cannella, domenica 17 ottobre dalle 16.30 si svolgerà un concerto dei musicisti di Spinaceto tra musica pop-rock, jazz, folk, rap, ricordi e racconti con la direzione artistica e musicale di Claudio Zitti e Ina Casalino.
Una manifestazione per ricordare le origini quando nel 1965, come previsto dall’appena approvato Piano Regolatore Generale e grazie alla neonata legge 167/62 per la realizzazione dei cosiddetti PEEP (Piani per l’Edilizia Economica e popolare), su un’area di circa 180 ettari, venne realizzato dagli architetti Piero Moroni, Nicola Di Cagno, Lucio Barbera, Fausto Bettinelli e Dino Di Virgilio Francione il quartiere popolare Eur-Spinaceto per circa 40.000 nuovi residenti. I primi assegnatari arrivarono nel 1969.
La storia di Spinaceto in questo progetto cittadino verrà ripercorsa in musica, immagini e testimonianze.
Domenica 17 ottobre, la Spinaceto Band composta da Claudio Zitti (tastiere), Morgan Zitti (pianoforte), Valerio Mignogna (Chitarra), Bruno Zoia (basso), Tony Cerqua (batteria), Ady Thioune (percussioni), Maurizio Cocozzoli (sassofono), Pino Caronia (violino), Annalisa Zitti (flauto), Stefano Di Sturco (fisarmonica), Stefano Galli (chitarra), Lucilla Scatarzi e Ina Casalino (voce) darà spazio a diversi ospiti e testimoni.
Sul palco saliranno Angelo Sorino attore, doppiatore, regista, cantautore che presenterà anche il libro “Rino Gaetano e il Regno di Salanga”, il gruppo jazz capitanato da Ernesto de Angelis nato proprio sotto il raccordo Undergra quintet, i ragazzi del centro sociale Auro & Marco che propongono un intervento di rap/freestyle, la giovane cantautrice Alice Caronna e il giovane cantautore Leonardo Nardini, la Young Orchestra Roma9 diretta dal M°Christophe Voiséè, il giornalista Fabio Luppino che presenterà con Cristiana Chiricozzi “Con gli occhi di un terzino sinistro”, libro che ripercorre la sua formazione sportiva e scolastica proprio a Spinaceto; il coro polifonico Bibliocanto, i senegalesi Tam Tam Morola che apriranno la serata con Ady Thioune, Maestro del tama (o tamburo parlante). Sono previsti anche interventi dei ragazzi della Scuola Media Nistri, dell’I.C. Via Frignani e della Scuola Popolare di Musica Roma IX.
Abitando quartieri che soffrono troppo spesso della mancanza di rispetto e della tutela degli spazi pubblici, il progetto “#Spinaceto50” vuole creare empatia tra gli abitanti e il loro territorio. Con l’aiuto di esperti della visione fotografica e urbanistica luoghi del quotidiano, accanto a luoghi meno frequentati diventano protagonisti attraverso la molteplicità di sguardi. Dopo aver ospitato il laboratorio fotografico di Fabio Moscatelli nell’estiva Officina Estate, e dopo aver accompagnato il collettivo di fotografi di Spinaceto, il bando del Municipio IX offre all’Officina delle Culture, l’occasione di portare avanti attività apprezzate dal territorio. Mentre le foto in bianco e nero di Spinaceto degli anni 70 saranno diffuse come manifesti elaborati da Bruno Consoli nei luoghi del quotidiano, le fotografie odierne realizzate da Chiara De Mutas, Gaia Maria Galati, Adriano Lazzarini, Valentina Maurizi, Francesca Pes, Anna Scaroni, Andrea Tomassi e Daniele Trasatti saranno messe in mostra dal 18 al 27 ottobre nei negozi di Spinaceto. Per poi essere riunite a Casa9 in via Carlo Avolio, 60, sede della Consulta della Cultura dal 1 novembre 2021.
Ritorna l’Errichetta! Dal 9 al 12 settembre, quattro giorni di concerti, seminari e proiezioni con i grandi interpreti delle musiche balcaniche e mediorientali. Dalla Grecia alla Siberia, da Cipro alla Corsica, dopo due anni di silenzio Roma riecheggia di nuovo al suono di melodie e parole da mondi lontani e vicini.
La X edizione di Errichetta Festival sostenuto da Fondation Meyer pour le developement culturel et artistique, ideato e realizzato da Errichetta Underground in collaborazione con Officina delle Culture, si svolge dal 9 all’11 settembre ai Giardini del Monk e domenica 12 settembre nella chiesa di San Crisogono.
Errichetta festival ha creato una vera comunità di giovani appassionati del genere, in dieci edizioni ha presentato musicisti che attraverso la loro vita e la loro pratica musicale incarnano una sapienza centenaria. Una conoscenza da mettere al servizio del pubblico, qualcosa di vivo, molto lontano da un esercizio intellettuale e più vicino a un rito collettivo. Ricreare senza filtri uno spirito, che porti il pubblico a vivere anche solo per una sera quella forza unificante è sempre stato l’intento di Errichetta e quest’anno, dopo lo stop dovuto al Covid, si celebra il decimo anno in un gioioso ritorno all’aperto.
Negli anni hanno partecipato alcuni dei rappresentanti più importanti della musica tradizionale dell’area mediterranea e balcanica, del Caucaso, dagli Usa e dalla Nuova Zelanda, creando un ponte tra il pubblico e questo straordinario mondo musicale, divenendo un appuntamento imprescindibile per tutti gli amanti di questo repertorio. Il festival celebra anche quest’anno un incontro con musiche diverse e difficilmente accessibili, accanto ad un altrettanto importante vocazione educativa: portando i grandi maestri di questi stili e strumenti non comuni in Italia, che incontrano il pubblico anche in seminari e workshop.
Giovedì 9 settembre Errichetta Festival si inaugura ai Giardini del Monk con il concerto di Duo in Fabula (Ange Sierakowski – Clarinetto; Valentin Malanetski – Pianoforte), duo corso moldavo che renderà omaggio alla musica di Brahms, colonna vertebrale della colonna sonora del film “The Book of Visions”, film diretto dall’errichettiano Carlo S. Hintermann, che vede gli Errichetta Underground come interpreti della colonna sonora, composta da Federico Pascucci e Hanan Townshend. Il film verrà proposto alla presenza del regista.
Venerdì 10 settembre il quartetto polifonico Sprengotchki eseguirà canti delle tradizioni polifoniche, dalla Siberia Orientale alla Polonia fino all’Ucraina. La chiarezza delle voci, il delicato lavoro di arrangiamento e l’energia che scaturisce dal palco hanno portato presto Sprengotchki ad esibirsi in numerose rassegne e festival, per la prima volta in Italia proprio in occasione della decima edizione dell’Errichetta Festival. People of the Windè un trio esplosivo che si ispira alle tradizioni estatiche della Zurna, (strumento a fiato usato nei Balcani come in Estremo Oriente), in particolare ai repertori della Macedonia Greca dove il trio è basato, ma anche alle tradizioni della Turchia orientale, dell’Armenia e dell’Iran. E’ formato da Fausto Sierakowski e James Wylie ai sassofoni e Alexandros Rizopoulos alle percussioni, qui accompagnati da uno dei più interessanti giovani cantanti greci, Yiannis Dionysiou. In chiusura, la Balkan Lab Orchestra, un gruppo di 20 strumentisti romani uniti dalla passione per le musiche balcaniche. Guidato dal sassofonista Federico Pascucci(Kocani Orkestar, Errichetta Underground), da due anni questo ensemble studia meticolosamente le tradizioni fanfaristiche, scrive e arrangia nuovi brani e suona in tutta la penisola.
Sabato 11 settembre il d’Esperanto Trio aprirà la serata con il loro interessante lavoro sulla musica tradizionale dell’appennino Emiliano. Paolo Simonazzi, Emanuele Reverberi e Filippo Chieli sono alcuni dei maggiori interpreti e ricercatori della musica tradizionale dell’Emila. In prima all’Errichetta, gli antichi suoni della piva, della cornamusa del centro Italia e della ghironda, accompagnati dal violino e dall’organetto.
Seguirà la formazione Archive Valley, trio romano che trae ispirazione dall’ Old-Time, la “musica delle montagne” dell’America rurale. Con banjo, mandolino, contrabbasso, pianoforte e fisarmonica, vecchie melodie verranno scomposte e ricostruite con influenze di jazz e di musica classica, creando sonorità acustiche intense e imprevedibili.
In programma anche la Nizo’s Wedding Band con Nizo Alimov Sercuk Alimov e Bergen Alimova “Musica del matrimonio Roma in Macedonia”; i fratelli Alimov, solisti della Kočani Orkestar tornano in grande stile all’Errichetta Festival e portano l’essenza e il suono del più autentico matrimonio zingaro dei Balcani. Sappiamo bene che non esistono nel mondo festeggiamenti più intensamente onorati di quelli degli sposi del vicino Est, dove la musica svolge il ruolo più importante facendo del rituale delle nozze un vero e proprio festival di melodie e danze senza fine.
Ed ecco che per la prima volta Roma sarà protagonista e madrina dello sposalizio tzigano di Stip, danzando al suono delle trombe di Sercuk e Nizo Alimov, danzando sui passi e negli sfavillanti costumi alla turca della bellissima Bergen, sposa e ospite d’onore.
Ultima band, a chiusura della giornata sarà Errichetta Underground. Il gruppo musicale nato nel 2008 tra le strade di Roma è il cuore pulsante del festival, sprigiona un’energia dirompente, travolge il pubblico e lo porta con sé alla scoperta di mondi lontani. I membri del gruppo ormai vivono sparsi per l’Europa ma la sua casa continua ad essere il Festival, luogo in cui si uniscono per ricreare sempre una performance magica.
Domenica 12 settembre alle 20:00, la chiesa di San Crisogono ospiterà due progetti musicali che chiuderanno il festival. Il primo è il duo Harris Lambrakis – Fausto Sierakowski che ne “Il Makam nell’Epiro” presenterà un repertorio, tradizionalmente interpretato al clarinetto, influenzato sia dalle tradizioni greche pentatoniche che dagli antichi modi bizantini. Seguirà “Il canto polifonico tradizionale della Corsica” a cura di Tavagna, uno dei maggiori gruppi di canto polifonico corso. Occasione unica per ascoltare il repertorio sacro e profano della polifonia corsa.
I LUOGHI
MONK Via Giuseppe Mirri, 35, 00159 Roma RM
CHIESA DI SAN CRISOGONO – Piazza Sidney Sonnino, 44 Roma
IL PROGRAMMA
Giovedì 9/09 – 20:45 – Monk – 5€
Concerto: Duo in Fabula (Francia/Moldavia) “Interrogare la tradizione, da Monteverdi a Brahms”
Film: The Book of Vision di C.S Hintermann Un suggestivo viaggio attraverso il passato e il presente, la vita e la morte, il dolore e l’amore; presentato alla Mostra di Venezia 2020; colonna sonora degli Errichetta Underground
Coro Polifonico Tavagna “Il canto polifonico tradizionale della Corsica”
Per partecipare all’evento è necessario essere in possesso del Green Pass (Certificazione verde COVID-19 – EU digital COVID) oppure essere risultati negativi a un tampone molecolare o rapido nelle 48h precedenti.
Lo scorso anno Spinaceto ha compiuto il suo primo mezzo secolo. La pandemia non ha concesso i festeggiamenti che gli abitanti meritavano. Ci riproveremo, a Spinaceto le teste sono dure e resistenti. Noi stiamo lavorando con gli occhi, con lo sguardo di Spinaceto, per rendergli un doppio omaggio fotografico.
Un gruppo di fotografi del quartiere (Raccontare Spinaceto) ha lavorato all’interno di un laboratorio di fotografia ambientale condotto da Fabio Moscatelli per raccontare Spinaceto oggi, i suoi piccoli dettagli, quei pezzetti di paesaggio, urbano, naturale, dell’anima, che spesso sfuggono alla fretta della quotidianità. Per raccontare una Spinaceto sentimentale, per scoprire che il bello si annida anche dove non ci sembra di vederlo.
Ma noi abbiamo bisogno anche della Spinaceto di 50 anni, degli anni 70, di quando Roma si allargò dopo l’EUR, di quando arrivarono cittadine, cittadini, famiglie, ma anche speranze, progetti, desideri, futuro. Abbiamo bisogno che ci mandiate le foto di quei tempi, che ci contattiate per prestarci foto da stampare, che cominci questo scambio come le figurine di quando eravamo bambini. In occasione della festa in musica che stiamo organizzando con ItaliAllegra il 10 ottobre 2021 a largo Cannella, vogliamo stampare quelle foto ormai quasi antiche e spargerle per Spinaceto, vogliamo fare una mostra urbana di foto stampate come manifesti per costruire una storia visiva di Spinaceto che vada da quegli anni 70 fino a questo anno difficile. Per raccontare un quartiere, ma soprattutto per raccontare gli sguardi di chi ha abitato e abita a Spinaceto
Se avete foto degli anni 70 contattateci. Potete inviarle, se le avete già in digitale minimo 300dpi, a info@officinadelleculture.org. Se le avete cartacee saremmo presenti a Casa 9 – in via Carlo Avolio, 60 venerdì 3 settembre dalle 18.00 alle 21.00, e sabato 4 settembre dalle 10.00 alle 13.00.